Negli ultimi anni la situazione politica dei paesi dell’Africa Settentrionale e del Medio Oriente è profondamente cambiata: crisi sociali e guerre civili hanno duramente colpito queste regioni portando inevitabilmente drammatiche conseguenze. Nell’arco di tempo che va dal 2000 al 2016, migliaia di persone hanno dato vita ad un disperato esodo verso l’Europa, in cerca di sicurezza e futuro. Queste terribili vicende e le ideologie religiose e culturali hanno creato una complessa situazione per la maggior parte di questi Stati, alimentando anche il dibattito europeo sulla pericolosità di questi disperati migranti.

Può davvero la migrazione dai paesi del Medio Oriente e del Nord Africa in Europa Occidentale aumentare la paura e il rischio di attacchi terroristici? Possono due fenomeni apparentemente distinti come la migrazione e gli attacchi terroristici essere in qualche modo collegati? È opportuno continuare a credere che gli attacchi terroristici siano una conseguenza delle migrazioni o è doveroso comprendere che questi siano in realtà la causa delle migrazioni?

Per provare a rispondere a queste domande ci siamo serviti dei dati raccolti sul numero di vittime causate da attacchi terroristici in Medio Oriente e Africa Settentrionale (raccolti dal The Global Terrorism Database) e dei dati sulla migrazione dalle regioni citate verso Francia, Germania, Italia e Spagna (presi dal The Organisation for Economic Co-operation and Development (OECD)). Aggregando questi dati è stato creato un grafico che rappresenta gli avvenimenti accaduti tra il 2000 e il 2016.

Il grafico in figura restituisce una chiara idea degli andamenti di questi due fenomeni: i due tracciati seguono un percorso di crescita quasi simultaneo e limitato fino al 2006, anno in cui viene ucciso Saddam Hussein e anno in cui il numero di vittime raggiunge il massimo tra tutti i precedenti anni. Dal 2007 in poi il numero di vittime per attentati si riduce relativamente di poco così come il numero di migranti arrivati in Europa Occidentale.

A metà Dicembre 2010, l’inizio della Primavera Araba segna un punto di svolta: la diminuzione degli anni precedenti viene interrotta, e a partire da questo il numero di vittime crescerà esponenzialmente causato da una campagna terroristica drammatica, e contemporaneamente il numero di migranti verso l’Europa aumenta in maniera vertiginosa tanto da raggiungere il massimo assoluto nel periodo considerato nel 2015. Il 2011 rappresenta anche l’anno della cattura e uccisione di Muʿammar Gheddafi, dittatore libico che svolgeva un ruolo importante per la stabilità della Libia e indirettamente di tutta la regione.

Da questo momento quindi, il numero di migranti aumenta costantemente, quasi triplicandosi nell’arco di un anno.

Trarre conclusioni da questi dati, stabilire un nesso casuale tra questi due fenomeni è difficile, ma un’interessante conclusione potrebbe essere legata alla fase in cui aumentano contemporaneamente entrambi i tracciati e potrebbe essere: ma siamo quindi davvero sicuri che sia la migrazione a causare un elevato numero di vittime in seguito ad attacchi terroristici? Gli ultimi attacchi terroristici in Europa hanno avuto come responsabili cittadini extra-comunitari o cittadini europei? Quindi, può davvero essere la migrazione una causa del terrorismo o è il terrorismo ad essere una causa della migrazione?