Con riferimento al tema immigrazione, una delle questioni più frequentemente discusse riguarda l’occupabilità dei migranti nei paesi di destinazione. Quest’ultima può essere fonte di tensioni e conflitti sociali soprattutto nei paesi in cui il tasso di disoccupazione tra i nativi è particolarmente elevato.

Per migliorare la comprensione di questo fenomeno abbiamo messo a confronto il tasso di disoccupazione di migranti e nativi in diversi paesi europei. I dati provengono dall’International Migration Database messo a disposizione dall’OCSE e fanno riferimento al 2017.

I risultati della nostra analisi sono riportati nel grafico in alto. Per prima cosa è interessante sottolineare che nella stragrande maggioranza dei paesi europei la popolazione migrante si caratterizza per un tasso di disoccupazione superiore rispetto ai nativi. Le uniche due eccezioni sono il Belgio e l’Estonia. Gli altri paesi possono poi essere suddivisi in tre grandi gruppi. Da un lato esistono paesi che associano una notevole discrepanza tra il tasso di disoccupazione dei migranti e quello dei nativi (con un rapporto tra i due superiore a 1,4) ad un basso tasso di disoccupazione di questi ultimi (inferiore al 5%). Appartengono a questo gruppo paesi come la Polonia, l’Inghilterra, la Germania e l’Olanda. Dall’altra parte, esistono paesi in cui il tasso di disoccupazione di migranti e nativi è piuttosto simile (il rapporto è inferiore a 1,3). Questo gruppo può includere sia paesi in cui il tasso di disoccupazione di entrambi i gruppi è piuttosto basso (inferiore al 5%), come ad esempio la Repubblica Ceca e l’Islanda; sia paesi in cui i tassi di disoccupazione di migranti e nativi sono relativamente elevati (superiori a 5%), come ad esempio Finlandia e Svezia. Infine, esiste un ultimo gruppo di paesi che si caratterizza per un tasso di disoccupazione dei migranti notevolmente superiore a quello dei nativi (il rapporto tra i due è superiore a 1,3) e al contempo per un elevato tasso di disoccupazione dei nativi (superiore a 8%). Fanno parte di questo gruppo i quattro principali paesi che si affacciano sul Mediterraneo, vale a dire Italia, Francia, Spagna e Grecia.

Nel complesso si evidenzia quindi l’esistenza di importanti differenze tra i paesi europei. Mentre in alcuni paesi migranti e nativi presentano tassi di disoccupazione abbastanza simili, in altri emergono differenze che penalizzano i migranti in modo sostanziale. Tra questi ultimi è particolarmente preoccupante la situazione di quei paesi (tra cui l’Italia) in cui l’elevato tasso di disoccupazione dei migranti si associa ad una bassa occupazione dei nativi. In questi paesi il conflitto sociale tra migranti e nativi può essere particolarmente elevato.